Per molti, il rientro dalle ferie e la fine delle vacanze sono anche un inizio: di un nuovo anno scolastico, di progetti freschi sul lavoro. Alcuni si trovano proprio in questo periodo a sostenere colloqui, iniziare un’esperienza professionale o accogliere un nuovo collega. In questi casi è importante sapere come presentarsi al meglio e fare una buona prima impressione.
Ma come parlare di sé sul lavoro? L’argomento su cui pensiamo di avere maggiore padronanza nasconde in realtà diverse insidie e non è semplice affrontarlo con efficacia, specie in ambito professionale. Ecco perché abbiamo pensato di mettere assieme alcune riflessioni e consigli in proposito!
Distinguere il “chi sono” dal “cosa faccio”
Viene spesso automatico parlare di sé partendo dalla descrizione del proprio ruolo professionale e delle competenze connesse. Anche nei casi in cui questo è esattamente ciò che ci si aspetta, il rischio è di perdere un’occasione di evidenziare la propria singolarità, gli elementi che fanno di ciascuna persona un esemplare unico.
Ovviamente, in ambito professionale è necessario presentarsi partendo dalle informazioni più pertinenti al contesto. Il modo migliore per farlo, però, è evitare di nascondersi dietro a un titolo, descrivendo piuttosto i propri punti di forza personali. La chiave di quello che il marketing chiama Personal Branding è questa, in fondo: comunicare chi siamo, cosa possiamo fare per i nostri interlocutori e cosa desideriamo per noi stessi, alla luce delle nostre caratteristiche professionali.
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Trasmettere la propria utilità
I rapporti professionali più costruttivi nascono dall’incontro tra un problema e la relativa soluzione. Ognuno è un potenziale risolutore di problemi, ma non tutti riescono a comunicare la propria specifica utilità in questo senso. Qual è la difficoltà che siamo particolarmente bravi a gestire? Cosa possiamo fare, in concreto, per contribuire al successo degli obiettivi professionali del nostro team?
Parlare di sé in questi termini è un modo di presentarsi al meglio sul lavoro e catturare l’attenzione. Uno dei nostri agenti, per esempio, potrebbe presentarsi semplicemente come “Agente finanziario di Prestitalia S.p.A.”. In alternativa, però, potrebbe esprime lo stesso concetto dicendo: “Credo sia importante per chi desidera richiedere un prestito sentirsi informato e tutelato: come agente finanziario di Prestitalia, supporto le persone nella scelta e le aiuto a trovare la soluzione più adatta alle loro necessità”.
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Fare attenzione a come ci si esprime: l’intelligenza emotiva
L’intelligenza emotiva è particolarmente utile nel presentare sé stessi durante un colloquio o nell’ambiente professionale. Non solo: aiuta anche ad incentivare la crescita di benessere e produttività sul luogo di lavoro, un binomio fondamentale.
In breve, questo tipo di intelligenza porta l’essere consapevoli dei propri sentimenti e valori e la capacità di interpretare le emozioni altrui. Permette innanzitutto di autoregolarsi e mantenere le azioni allineate con i propri obiettivi. Consente inoltre di affinare le proprie competenze sociali, sviluppando empatia e addirittura l’abilità di influenzare gli altri. L’intelligenza emotiva insegna anche che alcune espressioni cambiano la percezione che gli altri hanno di noi: sottolineare l’inadeguatezza dei precedenti datori di lavoro o di un collega, ad esempio, viene percepito come il tentativo estremo di sembrare migliore da parte di una persona insicura del proprio valore.