Lo spreco alimentare ha dati allarmanti, sia in Italia che nel mondo: lo scarto prodotto in un anno solo in Italia potrebbe bastare per sfamare circa 44 milioni di persone, e i dati mondiali non sono da meno. In occasione della “Giornata Mondiale Anti-Spreco” l’ENEA ha pubblicato il decalogo delle buone pratiche per non sprecare il cibo, vediamole insieme!
Andando a vedere i numeri dello spreco, la media dei chilogrammi di cibo sprecato ogni anno pro-capite nel Vecchio Continente è di 180.
L’Italia si piazza in settima posizione tra le nazioni europee per sprechi alimentari. Sono inclusi in questa valutazione gli avanzi che non vengono riutilizzati, i prodotti scaduti e quelli che sono “andati a male”.
Come ridurre gli sprechi
Fortunatamente si può fare tanto per migliorare, e in occasione della “Giornata Mondiale Anti-Spreco” è arrivato il “decalogo delle buone pratiche” dell’ENEA, con preziosi consigli per diminuire lo spreco.
Per prima cosa l’ENEA ci consiglia di valutare nel miglior modo possibile:
- quanto cibo può essere consumato mediamente in un pasto per ridurre al minimo gli avanzi.
- controllare le scadenze degli alimenti e le informazioni riportate sulle etichette, prediligendo tutti quei prodotti che hanno dei processi di conservazione di origine naturale.
- scegliere prodotti che riportino l’indicazione del destino della confezione “a fine vita” aiuta a ridurre la quantità di immondizia indifferenziata
- scegliere i prodotti biologici, perché una produzione “bio” riduce di circa il 25% i consumi energetici.
Passando alla preparazione delle vivande, il decalogo ENEA suggerisce alcuni piccoli e semplici metodi per migliorare la conservazione dei propri cibi, come:
- condire le insalate solo prima di portarle in tavola, in modo da preservarle per poterle mangiare anche successivamente
- dare sfogo alla propria creatività usando la fantasia per dare vita a nuovi piatti basati sull’utilizzo degli avanzi dei pasti precedenti
- in caso di feste o ricevimenti, invitare gli amici a portare via una parte del cibo non consumato per mangiarlo successivamente a casa propria.
L’ENEA suggerisce anche di informarsi sui programmi che vengono organizzati nelle varie città contro lo spreco e donare il proprio surplus alimentare alle numerose ONLUS che si occupano di redistribuirlo.
L’ultimo consiglio riguarda la destinazione degli avanzi di cibo: differenziare correttamente l’umido permette la creazione di un ottimo “compost”, favorendo così un ulteriore risparmio nel trattamento dei rifiuti e un loro maggiore riutilizzo.