TFR e il TFS sono due forme di liquidazione una tantum che tutelano i lavoratori quando termina un rapporto di collaborazione. Simili per nome e per funzionamento, il Trattamento di Fine Rapporto (TFR) e il Trattamento di Fine Servizio (TFS) hanno tuttavia differenze sostanziali. In questo articolo facciamo chiarezza, scoprendo nel dettaglio come funzionano e a chi spettano.
TFR: cos’è e a chi spetta
Il Trattamento di Fine Rapporto (TFR), detto anche liquidazione, è una somma di denaro che viene riconosciuta a tutti i lavoratori dipendenti con contratto a tempo indeterminato (a partire dal 2001) e tempo determinato (a partire dal 2000).
I destinatari sono sia ai lavoratori del settore pubblico che quelli del settore privato e viene versato quando termina il rapporto di lavoro per pensionamento o per altri motivi, come licenziamento da parte dell’azienda o dimissioni volontarie.
Le somme erogate sono frutto di un accantonamento nel tempo di una parte del salario che, mese dopo mese, anziché essere corrisposta al lavoratore, viene accumulata. Il lavoratore può decidere autonomamente se lasciare all’azienda il TFR maturato, oppure se versarlo a un fondo previdenziale.
TFS: cos’è e a chi spetta e come funziona
Anche Il Trattamento di Fine Servizio (TFS) è un’indennità di fine rapporto, ma spetta soltanto ai dipendenti del settore pubblico e statale (tra questi: militari, lavoratori della scuola e dell’università, personale del Servizio Sanitario Nazionale, dipendenti ministeriali e di enti locali) sono quindi esclusi i lavoratori del comparto privato.
In particolare, hanno diritto al TFS i dipendenti pubblici ex ENPAS ed ex INADEL, assunti con contratto a tempo indeterminato entro la fine del 2000 e i dipendenti che sono ancora in regime di diritto pubblico.
Per essere più precisi, sarebbe opportuno parlare di trattamenti di fine servizio al plurale, perché tra questi rientrano indennità diverse: l’Indennità di Buonuscita (IBU) l’Indennità Premio di Servizio (IPS) e l’indennità di anzianità.
Le differenze tra TFR e TFS
Come abbiamo visto, una prima differenza tra TFR e TFS riguarda gli aventi diritto: lavoratori del settore pubblico e privato nel caso del TFR, sono dipendenti pubblici nel caso del caso del TFS.
Una seconda importante differenza riguarda il modo in cui vengono accumulate e calcolate le due indennità:
Il TFR è calcolato in maniera contributiva: è in sostanza una quota del salario che viene accantonata, rivalutata e versata in maniera differita. Il TFR che spetta al lavoratore dipende dall’accantonamento di una quota pari al 6,91% della sua retribuzione. Le somme accantonate vengono incrementate, al 31 dicembre di ogni anno, applicando un tasso costituito dall’1,5% in misura fissa e dal 75% dell’aumento dell’indice ISTAT.
Il TFS è invece un’indennità che ha natura retributiva e previdenziale, ed è calcolato a partire dall’ultima busta paga del lavoratore. L’importo si ottiene moltiplicando un dodicesimo dell’80% della retribuzione contributiva annua utile lorda (tredicesima inclusa) percepita alla fine del rapporto di lavoro per il numero di anni di servizio.
Pagamento e anticipo del TFS
Le indennità di fine rapporto vengono generalmente versate a conclusione della collaborazione con tempi e modalità differenti, che possono dipendere dalla loro entità e dall’ente che li deve erogare. Nel caso del TFS per i dipendenti del settore pubblico, le somme fino a 50 mila euro sono di solito versate in un’unica soluzione, mentre quelle più importanti possono essere corrisposte in più rate annuali.
Per i lavoratori e i pensionati pubblici e statali esiste tuttavia la possibilità di ridurre i tempi di erogazione e ottenere subito un anticipo del Trattamento di Servizio affidandosi a istituti creditizi autorizzati.
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