L’INPS ha pubblicato i chiarimenti ufficiali sulle novità previdenziali contenute nella Legge di Bilancio 2025. Diverse misure di pensionamento anticipato sono state prorogate, mentre alcune categorie di lavoratori vedranno modifiche significative nei requisiti per l’accesso alla pensione. Vediamo nel dettaglio cosa cambia.
Proroga delle misure di pensione anticipata
L’INPS ha confermato la proroga per un anno di:
- Quota 103: consente il pensionamento con 62 anni di età e 41 anni di contributi, con una finestra mobile di 7 mesi per i lavoratori privati e 9 mesi per i pubblici. L’assegno massimo fino ai 67 anni sarà di 2.413,6 euro lordi al mese. Rimane il divieto di cumulo con redditi da lavoro, salvo il lavoro autonomo occasionale entro i 5.000 euro annui.
- Opzione Donna: riservata a caregiver, donne con invalidità pari o superiore al 74% e lavoratrici di aziende in crisi, purché abbiano 61 anni di età e 35 anni di contributi entro il 31 dicembre 2024. Le madri beneficiano di una riduzione fino a due anni. Il calcolo della pensione avviene con il sistema contributivo.
- Ape Sociale: confermata fino al 31 dicembre 2025 per chi ha 63 anni e 5 mesi, senza modifiche sulle categorie beneficiarie. L’assegno massimo resta 1.500 euro lordi mensili, senza tredicesima e senza adeguamenti all’inflazione fino alla pensione di vecchiaia.

Lavoratrici madri: sconto fino a 16 mesi
La legge di bilancio introduce un ulteriore sconto sull’età pensionabile per le lavoratrici madri con il sistema contributivo. Ora lo sconto è pari a quattro mesi per ogni figlio, fino a un massimo di 16 mesi per chi ha quattro o più figli.
In alternativa, le madri possono optare per un aumento del coefficiente di trasformazione maggiorato di:
- 1 anno in presenza di 1 o 2 figli;
- 2 anni in presenza di 3 o più figli.
Lo sconto si applica ai requisiti per:
- La pensione di vecchiaia (67 anni con 20 anni di contributi);
- La pensione di vecchiaia contributiva (71 anni con 5 anni di contributi effettivi);
- La pensione anticipata contributiva (64 anni con almeno 20 anni di contributi e importo soglia).
Dipendenti pubblici: nuove regole per enti locali e sanità
Dal 1° gennaio 2025, i dipendenti pubblici iscritti alla CPDEL, CPS, CPI e CPUG dovranno lavorare fino ai 67 anni per evitare penalizzazioni sulle aliquote di rendimento per i contributi versati fino al 31 dicembre 1995.
Chi decide di andare in pensione prima dei 67 anni subirà una riduzione del trattamento pensionistico.
Stop alla riliquidazione per le pensioni autonome
Dal 1° gennaio 2025, i titolari di pensione a carico delle gestioni speciali dei lavoratori autonomi (artigiani, commercianti e coltivatori diretti) non potranno più richiedere la riliquidazione del trattamento pensionistico a carico del FPLD (ossia la gestione destinata a erogare i trattamenti pensionistici di invalidità, vecchiaia e superstiti alla generalità dei lavoratori dipendenti del settore privato).
Le domande dovranno essere presentate entro il 31 dicembre 2024.
Aumenti pensionistici e rivalutazioni
La rivalutazione delle pensioni per adeguamento al costo della vita è pari all’0,8% nel 2025.
Per le sole pensioni minime, quest’anno ci sarà un aumento straordinario del 2,2%, portando l’importo a circa 616,67 euro mensili.
In sintesi
Il 2025 porta importanti cambiamenti nel panorama previdenziale italiano.
Proroghe, incentivi e nuove regole impongono una maggiore attenzione nella pianificazione della propria pensione.
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