C’è ancora da lavorare riguardo la tanto attesa riforma delle pensioni. Dopo Quota 102 che ha momentaneamente sostituito Quota 100, si riapre il dibattito su Quota 41, che potrebbe cambiare nuovamente le carte in tavola. Vediamo nel dettaglio in cosa consiste questa nuova proposta di legge e chi potrebbe beneficiarne per andare in pensione.
Dopo la Quota 100 è stata introdotta Quota 102 per ottenere il pensionamento, ovvero la possibilità di lasciare il lavoro a 62 anni di età con un minimo di 38 anni di contributi.
Questo intervento, però, era già stato pensato con una scadenza e non come una misura definitiva per cui il dibattito sulla riforma delle pensioni resta ancora aperto.
In questi ultimi due anni i governi che si sono succeduti hanno dato priorità all’emergenza sanitaria dovuta alla pandemia, ma ora che le acque si sono calmate la riforma delle pensioni è tra i temi prioritari.
Quota 41, cos’è e a chi è destinata
In origine, la Quota 41 era stata tra le proposte che aveva ricevuto maggiori consensi. Attualmente questa misura è destinata esclusivamente ai cosiddetti lavoratori “precoci” e i requisiti richiesti per accedervi sono:
- almeno 12 mesi di contributi versati, derivanti da effettivo lavoro, anche non continuativi, prima del compimento dei 19 anni di età;
- almeno 41 anni di contributi;
- appartenenza a una delle 5 categorie tutelate (disoccupati, invalidi, caregiver, lavori usuranti, lavori gravosi).
La proposta di legge suggerisce, invece, di estendere a tutti la Quota 41. L’ostacolo maggiore, però, sarebbe proprio la mancanza di fondi a lungo termine per finanziare questo nuovo sistema.
È proprio l’Istituto di Previdenza Sociale – INPS a proporre una riforma diversa e più sostenibile che prevede un’uscita anticipata per i soli lavoratori appartenenti al sistema misto, nello specifico a 63 anni:
- inizialmente con una prestazione di importo pari alla quota contributiva maturata alla data della richiesta;
- per poi maturare la pensione completa al raggiungimento dell’età di vecchiaia.
La proposta di riforma delle pensioni dell’ INPS
I requisiti necessari nella proposta dell’INPS sarebbero dunque:
- almeno 63 o 64 anni di età;
- possesso di almeno 20 anni di contribuzione;
- aver maturato, alla data di uscita dal lavoro, una quota contributiva di pensione di importo pari o superiore a 1,2 volte l’assegno sociale.
Intanto, sono stati congelati i previsti adeguamenti automatici alle speranze di vita, perciò l’età per accedere alla pensione di anzianità resta invariata, ossia 67 anni sia per gli uomini che per le donne, e rimarrà stabile fino al 2024.
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