L’approvazione della nuova legge di bilancio ha fatto finalmente chiarezza sui requisiti anagrafici e contributivi necessari per andare in pensione nel 2021. Quota 100, scivoli per le categorie disagiate, deroghe previste… in questo articolo scopriamo tutte le novità e le cose da sapere per chi sta pensando di ritirarsi dal mondo del lavoro.
Quota 100 nel 2021
Uno dei principali nodi da sciogliere riguardava Quota 100, la misura che consente ai lavoratori di uscire dal mondo del lavoro una volta raggiunti i 62 anni di età e 38 anni di contribuzione. La buona notizia per chi intende usufruirne quest’anno è che Quota 100 resta attiva e inalterata, almeno per il 2021.
Pensioni 2021, i requisiti necessari
Analizziamo nel dettaglio, caso per caso, i requisiti anagrafici e contributivi necessari per il pensionamento nel 2021.
Quota 100
Come abbiamo appena visto, chi nel 2021 raggiunge l’età anagrafica di 62 anni e 38 anni di contributi versati può andare in pensione con una finestra di slittamento pari a tre mesi per chi è impiegato nel settore pubblico e a sei mesi per i lavoratori del settore privato.
Pensione anticipata
I requisiti per ottenere la pensione anticipata sono diversi per uomini e donne. Anche nel 2021, indipendentemente dall’età anagrafica, potranno ottenere il pensionamento anticipato:
- gli uomini con 42 anni e 10 mesi di contributi versati;
- le donne con 41 anni e 10 mesi di contributi versati.
Pensione di vecchiaia
La pensione di vecchiaia nel 2021 spetta a chi ha compiuto 67 anni di età e maturato almeno 20 anni di contributi. Fanno eccezione i lavoratori addetti a mansioni usuranti, che possono ritirarsi anche a 66 anni e 7 mesi se hanno versato contributi per almeno 30 anni.
A differenza della pensione anticipata, quella di vecchiaia non prevede l’applicazione di finestre mobili, è quindi possibile ottenere l’assegno pensionistico già dal mese successivo a quello in cui sono maturati i requisiti richiesti.
Scivoli, Opzione Donna e altre deroghe
Restano confermati anche per l’anno in corso gli scivoli che tutelano disoccupati, invalidi ad almeno il 74%, lavoratori che svolgono mansioni usuranti o che assistono coniugi o parenti di primo grado.
A partire dai 63 anni di età, se non sono già in possesso di pensione, possono richiedere il cosiddetto APe Sociale, l’anticipo pensionistico a carico dello Stato erogato dall’INPS fino al raggiungimento della pensione di vecchiaia o anticipata.
Nel 2021 resta attiva la misura a tutela dei lavoratori precoci abbassa il requisito contributivo a 41 anni per chi ha lavorato almeno 12 mesi effettivi prima di compiere i 19 anni di età, purché appartenente a categorie degne di tutela (disoccupati a seguito di licenziamento senza ammortizzatori sociali da almeno 3 mesi, invalidi civili al 74%, persone che assistono disabili o che hanno svolto mansioni usuranti).
La legge di bilancio ha confermato anche Opzione Donna, il provvedimento che permette di andare in pensione alle lavoratrici che hanno raggiunto i 58 anni se dipendenti (59 se autonome), e versato almeno 35 anni di contributi entro il 31 dicembre 2020, a condizione che decidano di passare integralmente al sistema contributivo.
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