Per compensare l’aumento dei prezzi, da gennaio 2022 riparte l’adeguamento delle pensioni al costo della vita (o “perequazione delle pensioni”), dopo un anno di blocco nel 2020 a causa dell’inflazione negativa. Ma chi beneficerà di queste rivalutazioni? E di quanto aumenteranno le pensioni? Lo vediamo insieme in questo articolo.
Adeguamento delle pensioni: le linee guida del MEF
In base a quanto previsto dal decreto del Ministero dell’Economia del 17 novembre, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale del 26 novembre scorso, a partire dal 1 gennaio 2022 alle pensioni andrà applicato un tasso di rivalutazione pari all’1,7%.
Si tratta di rivalutazione che non verrà applicata in maniera uguale a tutte le pensioni. Sono infatti previsti diversi scaglioni di appartenenza, determinati in base alla pensione minima, allo scopo di tutelare chi percepisce assegni più bassi.
Si ha così l’applicazione integrale della rivalutazione dell’1,7% per le pensioni più basse – proteggendo il loro potere d’acquisto – mentre i tassi di rivalutazione scendono per gli assegni più cospicui, che sono destinati a vedere progressivamente ridotto il loro potere d’acquisto.
Come cambieranno le pensioni nel 2022?
Un dossier dell’Inps ha chiarito l’impatto della perequazione delle pensioni, consentendo di stabilire i loro importi per l’anno appena cominciato. Il trattamento minimo per il 2022 resta invariato rispetto allo scorso anno ed è pari a 515,58 euro. In base al sistema a scaglioni che abbiamo visto nel paragrafo precedente:
- Le pensioni fino a quattro volte il trattamento minimo, quindi fino a 2.062,32 euro, otterranno la piena rivalutazione dell’1,7%;
- Le pensioni di importo variabile tra quattro e cinque volte il trattamento minimo, quindi tra 2.062,33 euro e 2.577,90 euro, otterranno un incremento dell’1,53%, ma solo per la quota che eccede i 2.062,32 del primo scaglione (fino a 2.062,32 euro permane infatti la rivalutazione dell’1,7%);
- Le pensioni oltre i 2.577,90 euro, pari a cinque o più volte il minimo, otterranno la rivalutazione dell’1,275%, che anche in questo si applica solo all’eccedenza (per i primi 2.062,32 euro l’incremento resta dell’1,7%, mentre da 2.062,33 euro e 2.577,90 euro si applica l’1,53%).
Per fare un esempio pratico, una pensione di 2.000 euro lordi beneficerà di un aumento lordo di circa 34 euro mensili, che saliranno a circa 42 euro mensili per le pensioni di 2.500 euro lordi.
Per garantire gli adeguamenti in tempo utile per i pagamenti di gennaio, l’Inps ha provvisoriamente applicato l’indice di perequazione previsto il 15 ottobre 2021, che era pari all’1,6%. Gli eventuali adeguamenti, ove dovuti, verranno calcolati nel mese di marzo 2022.
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