La recente riforma del lavoro non ha cambiato le condizioni solo di chi cerca un posto di lavoro, ma anche di coloro che vorrebbero “lasciarlo” ovvero andare in pensione. Il Jobs Act con i suoi recenti aggiornamenti ha reso possibile 5 soluzioni attraverso le quali è possibile andare in pensionamento anticipato rispetto alla vecchia normativa. Vediamole insieme.
1. Anni di Contribuzione
Con la riforma delle pensioni del 2011, è possibile andare in pensione anticipata indipendentemente dall’età anagrafica. Il requisito principale è avere un consistente numero di anni di contribuzione, senza buchi dovuti per esempio a periodi di disoccupazione.
Per anticipare la pensione bisogna aver maturato almeno:
- 42 anni e 6 mesi di contributi per gli uomini
- 41 anni e 6 mesi per le donne.
Con il passare degli anni, questi limiti continueranno a salire, perché legati all’allungamento dell’aspettativa di vita.
2. Opzione Quota Rosa
Con il Jobs Act è stata introdotta una nuova opzione dedicata alle donne lavoratrici, che potranno andare in pensione con 35 anni di contributi, avendo compiuto 57 o 58 anni più tre mesi.
L’anticipo rispetto ai 63 o 66 anni del passato ha però un costo, una riduzione di circa il 30%, dato che la pensione viene calcolata con il sistema contributivo anziché quello misto.
Negli ultimi due anni sono circa 11.500 le donne che hanno scelto questa soluzione.
3. Lavori Pesanti
È rimasto in vigore il sistema delle quote, la soglia calcolata dalla somma tra età e anni di contributi. L’opzione di pensionamento anticipata è riservata a chi ha svolto lavori usuranti, come:
- gli operai delle catene di montaggio
- gli autisti di autobus.
Nel 2015 la quota stabilita dal governo è di 97,3, sfruttabile da chi ha maturato almeno 35 anni di contributi e compiuto 61 anni e 3 mesi di età, ben cinque anni in meno rispetto ai requisiti del passato.
4. Esuberi
In base alla riforma Fornero del 2012, nelle aziende con più di 15 dipendenti, i lavoratori possono andare in pensione anticipata se non mancano più di quattro anni dalla scadenza prevista.
Il neopensionato percepirà un assegno pari alla pensione, versato direttamente dall’azienda che nel frattempo continuerà a pagare i contributi per i restanti anni che precedono il pieno pensionamento.
5. Part-Time
L’ultima novità del Jobs act riguarda i lavoratori con almeno 20 anni di contributi e ai quali manchino non più di due anni dall’età anagrafica richiesta per andare in pensione.
Fatte salve queste caratteristiche, il lavoratore può lasciare il lavoro in anticipo con gradualità:
- lavorando meno ore con un contratto part-time;
- ricevendo parte della pensione in base a quanto equivale la riduzione in busta paga.