Arriva in Senato il disegno di legge che regolamenta il lavoro autonomo e lo smart working o lavoro “agile”. Tra le novità per i lavoratori autonomi troviamo la tutela di maternità e malattia e l’introduzione del congedo parentale. Tra gli interessati vi sono i freelance con partitiva IVA, ma anche ingegneri, architetti e avvocati. Continua a leggere per saperne di più.
La gravidanza, la malattia e l’infortunio dei lavoratori autonomi non comportano l’estinzione del rapporto contrattuale, che rimane sospeso, senza erogazione né maturazione del corrispettivo.
In caso di malattie che impediscano lo svolgimento della attività professionale per oltre 60 giorni, il versamento dei contributi oneri previdenziali è sospeso per l’intera durata del periodo di malattia, fino ad un massimo di due anni. Toccherà poi al lavoratore versare il debito maturato, in rate mensili nell’arco di un periodo pari a tre volte quello di sospensione.
Ad entrambi i genitori dei bambini nati dal primo gennaio 2016 viene garantito un congedo parentale di sei mesi, entro i primi tre anni di vita del bambino.
Le spese destinate alla formazione (compresi i viaggi) saranno interamente deducibili, fino a un massimo di 10 mila euro.
In cosa consiste lo Smart working
Invece, per “agile“ o smart working si intende il lavoro dipendente che si potrà svolgere anche da remoto, senza cioè che sia necessaria la costante presenza fisica in azienda. Nello specifico:
- la prestazione lavorativa potrà essere svolta in parte all’interno dei locali aziendali e in parte all’esterno, rispettando i vincoli di orario massimo prevista dalla legge e dal contratto collettivo;
- bisognerà avvalersi di strumenti tecnologici per esercitare l’attività lavorativa;
- ne potranno beneficiare lavoratori a tempo determinato o indeterminato, anche pubblici, che avranno diritto allo stesso trattamento economico di chi lavora stabilmente all’interno dell’azienda.
Tra i benefici del lavoro agile, troviamo sicuramente:
- la qualità della vita del dipendente, grazie a maggiore autonomia e minori spostamenti;
- incremento della produttività;
- riduzione dell’assenteismo;
- minore impatto ambientale legato ai viaggi necessari per recarsi al lavoro.