Una riforma attesa da oltre 540mila lavoratori: lo scorso 23 febbraio è arrivato a definizione il nuovo contratto del comparto sanità, con aumenti medi di circa 86 euro mensili. Dagli aumenti salariali alle indennità per categorie specifiche, scopriamo tutte le novità!
Sblocco del contratto della sanità
Il personale del comparto sanità attendeva ormai da quasi 10 anni lo sblocco della situazione contrattuale, avvenuto lo scorso 23 febbraio. Gli interessati sono circa 540mila e comprendono gli operatori sanitari, gli infermieri ed il personale amministrativo del Servizio Sanitario Nazionale (SSN).
Il nuovo contratto riguarderà il triennio 2016-2018 e, oltre agli aumenti mensili, gli interessati percepiranno anche gli arretrati degli anni passati.
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Aumenti salariari per il settore sanità
Da un calcolo effettuato in fase di trattativa, l’aumento medio pro capite sarà di 86 euro su base mensile, passando da un minimo di 80 ad un massimo di 95 euro. In questo aumento sono compresi anche i cosiddetti “elementi perequativi” che saranno più elevati per le categorie e le posizioni economiche più basse.
Gli arretrati saranno corrisposti per gli anni 2016 e 2017 a partire dal 1° aprile 2018.
Inoltre, nel nuovo contratto è previsto, dal 2019, un aumento dei fondi destinati alla contrattazione integrativa.
Indennità per mansioni particolari
Il nuovo contratto del settore Sanità conferma le indennità che sono riconosciute al personale che occupa particolari mansioni e ruoli. Per quanto riguarda l’indennità di “pronta disponibilità”, l’importo stabilito è pari a 20,66 euro, calcolato per 12 ore di servizio, mentre per il personale impiegato su tre turni con cadenza mensile l’indennità riconosciuta è di 4,49 euro al giorno. Prevista anche l’indennità per chi svolge assistenza domiciliare, variabile da un minimo di 2,58 euro ad un massimo di 5,16 euro, importi lordi, in base alla qualifica del dipendente che esegue la prestazione.
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Novità anche per quanto riguarda le relazioni sindacali
Con la firma del nuovo contratto entrano in vigore alcune variazioni anche per quanto riguarda le relazioni sindacali. Principalmente si tratta di aspetti normativi, ad esempio la gestione di permessi, congedi ed assenze, ma anche di ferie ed orario di lavoro. Un altro aspetto normativo che ha subito delle variazioni è quello del lavoro flessibile. In tutti questi aspetti vanno quindi a decadere le vecchie disposizioni contrattuali. Un esempio riguarda la concessione di permessi a chi deve sottoporsi ad esami diagnostici e visite specialistiche, mentre un altro riguarda la nuova disciplina delle ferie solidali. Quest’ultima variazione consente a lavoratori con figli minori affetti da gravi e particolari problematiche di poter usufruire di giorni di ferie messe a disposizione da altri colleghi.
Sono state introdotte delle tutele per le donne che hanno subito violenza, per le quali oltre ai congedi retribuiti sarà possibile richiedere anche una aspettativa speciale.
Resta invariato l’orario lavorativo a 36 ore settimanali con almeno 11 ore di riposo continuativo.
Il contratto recepisce la Riforma Madia, con la previsione di specifiche sanzioni in caso di assenze ingiustificate in prossimità dei giorni festivi o per assenze collettive.