La riforma della Pubblica Amministrazione, portata avanti dal ministro Madia, porta numerose novità soprattutto per le famiglie che vedono facilitata la possibilità di conciliare i tempi di vita e lavoro attraverso dei provvedimenti utili a tale scopo. Ecco di cosa si tratta.
Una svolta epocale
Quella che sta per arrivare è una riforma che può essere definita epocale: si tratta di un provvedimento attuativo della legge 124/2015 “Deleghe al Governo in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche” e va ad intervenire su un tema molto sentito, soprattutto dalle donne.
Parità di genere
Il primo obiettivo è eliminare tutti gli ostacoli ad oggi esistenti al fine di ottenere la piena realizzazione della parità tra generi sul luogo di lavoro.
Il Testo Unico sul pubblico impiego – oltre a contenere misure restrittive per gli assenteisti, fenomeno che sta dilagando negli ultimi anni – prevede anche misure volte ad agevolare il ruolo genitoriale:
- tali misure non sono rivolte solo alle donne, ma anche agli uomini
- entrambi potranno usufruire di nuove metodologie di lavoro, come il telelavoro, al fine di stare più vicini alla prole.
Smartworking e Coworking
L’obiettivo dell’articolo 10 della riforma è migliorare i servizi offerti dalla Pubblica Amministrazione, senza però dover per forza accumulare ore seduti davanti alle scrivanie.
In particolare prevede che le amministrazioni, senza maggiori oneri per le casse, debbano:
- favorire la flessibilità dell’orario di lavoro attraverso l’uso di differenti misure organizzative o di nuove tecnologie;
- usufruire del lavoro in remoto.
Durante la sperimentazione saranno monitorati i costi e la qualità del servizio fornito all’utenza in forma individuale e collettiva. Il tutto per tenere sotto controllo l’impatto economico e gli standard minimi qualitativi del servizio offerto.
La riforma prevede che le amministrazioni debbano fissare annualmente degli obiettivi per il telelavoro, in modo che entro 3 anni i dipendenti che usufruiscono di questo beneficio possano aumentare del 20%.
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Asili nido e Scuole dell’infanzia
Un altro problema che attanaglia i genitori divisi tra lavoro e figli è: come riuscire a conciliare i propri orari con quelli delle scuole? In molti casi i figli escono di scuola prima che i genitori escano dall’ufficio, con disagio di dover chiamare la baby sitter per un’ora.
Proprio per questo, sempre senza nuovi oneri per la finanza pubblica, le amministrazioni possono stipulare convenzioni con asili nido e scuole dell’infanzia per far in modo che queste siano di sostegno alla genitorialità.
Come? Ad esempio attraverso orari che vadano a coincidere con quelli dei genitori che siano pubblici dipendenti o attraverso l’organizzazione di attività durante il periodo della chiusura estiva delle scuole.