La domanda è di quelle che fanno discutere, perché il denaro, si sa, non è tutto, ma sicuramente aiuta a condurre una vita serena. Ecco allora quali sono le principali ragioni, oltre allo stipendio, per cui molti lavoratori valutano se restare in un’azienda o andarsene.
Essere pagati di più rende più felici?
Secondo il Salary Satisfaction Report 2024 dell’osservatorio JobPricing di InfoJob, in Italia l’insoddisfazione legata allo stipendio è piuttosto diffusa: solo il 36,2% dei lavoratori ritiene la propria retribuzione proporzionata al contributo offerto all’azienda.
Questo vale soprattutto per chi riceve solo la parte fissa della retribuzione, senza bonus o incentivi aggiuntivi.
Chi vede, invece, una relazione positiva tra impegno e retribuzione sono i lavoratori che hanno accesso a una parte variabile dello stipendio, come incentivi o premi di produzione.
Il problema vero, però, resta la meritocrazia che ottiene i giudizi peggiori: molti lavoratori non credono che il merito del loro lavoro sia davvero riconosciuto. L’insoddisfazione su questo tema è diffusa tra tutte le categorie, tranne tra i dirigenti, e non dipende dal tipo di pacchetto retributivo ricevuto.
E allora, quanto conta davvero lo stipendio?
La leva economica è spesso il principale motivo per cui un lavoratore decide di cambiare azienda: un aumento di stipendio fisso può fare la differenza nella scelta di un nuovo impiego.
Ma quando si tratta di decidere se restare in un’azienda, ciò che conta davvero per la maggior parte degli intervistati sono aspetti come:
- il clima lavorativo
- il work-life balance
- e le relazioni positive con colleghi e superiori.
In Prestiter da tempo abbiamo compreso che un ambiente di lavoro inclusivo è fondamentale e per questo poniamo la Parità di genere al centro delle nostre politiche aziendali, creando un clima in cui ogni individuo è rispettato e valorizzato.
Garantiamo pari opportunità per tutti, operando con criteri trasparenti e meritocratici in ogni fase della carriera:
- dalla selezione
- alla formazione
- alla crescita interna
- e alla retribuzione
con un Comitato interno istituito per vigilare sugli impegni che intendiamo portare avanti.
Attraverso queste politiche mirate, puntiamo non solo ad una giusta retribuzione, ma anche a un ambiente di lavoro positivo e stimolante, mantenendo alti i livelli di soddisfazione e di coinvolgimento per ridurre il rischio di turnover e valorizzare davvero il capitale umano.
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