A dispetto della crisi, nell’arco degli ultimi cinque anni è aumentato il numero di immigrati che hanno aperto un’impresa in Italia. Secondo uno studio pubblicato da Unioncamere-InfoCamere, dal 2010 ad oggi le imprese individuali avviate da imprenditori con passaporto straniero sono state oltre 100 mila. Leggi l’articolo per saperne di più.
Prendendo in considerazione solo il 2015, le nuove imprese individuali avviate da cittadini nati al di fuori dell’Unione Europea sono state poco meno di 23 mila, portando il totale a oltre 350 mila. In percentuale, si tratta di quasi l’11% delle imprese individuali attive in Italia.
I settori
L’incremento maggiore di attività aperte da cittadini immigrati è stato registrato nel settore dell’artigianato, dove si contano in totale 120 mila imprese.
Sono forti le specializzazioni nei:
- servizi alle imprese;
- nel commercio;
- nelle costruzioni
in cui sono extra-UE rispettivamente il 23%, il 16,4% e il 15,2% delle attività.
Diffusione sul territorio
La localizzazione è particolarmente marcata nelle regioni del centro e del nord, soprattutto in Toscana, Lazio, Liguria e Lombardia, dove le piccole imprese appartenenti a immigrati superano il 15% delle imprese totali presenti in ognuna delle quattro regioni citate.
Fra le città con la più alta presenza di micro-imprese di immigrati troviamo Prato, in cui la presenza di aziende gestite da immigrati extra-UE sfiora il 41%. Seguono Milano, con una percentuale di poco inferiore al 24%, e Firenze, che si attesta al 20,2%.
Provenienza
In testa alle statistiche sulla provenienza degli immigrati che avviano attività nel nostro Paese troviamo il Marocco, con un tasso di crescita del 19% rispetto al 2014, seguito dalla Cina, la cui crescita è stata di poco inferiore al 14%.
Più in dettaglio, le piccole imprese appartenenti ad immigrati provenienti dal Marocco sono oltre 67 mila, quelle gestite da cinesi invece sono 49 mila.
Crescita e occupazione
Mentre il numero di iscrizioni alla Camera di Commercio di imprese italiane è diminuito dal 2010 ad oggi (passando da 197mila del biennio 2011-2012 a 174mila del 2015 ) è aumentato quello delle aziende di immigrati. Erano 43mila nel 2011, lo scorso anno hanno superato quota 49mila.
Questo aumento è servito a contenere il saldo negativo delle aziende italiane: per il quinto anno consecutivo, infatti, le chiusure hanno superato le aperture di nuove imprese.
In un quadro più ampio, la crescita dell’imprenditoria immigrata ha avuto effetti benefici anche sull’occupazione:
- ha assorbito parte delle attività di chi si era trovato senza un lavoro a causa della chiusura delle piccole aziende italiane nel corso degli ultimi cinque anni;
- aprire un’impresa, come ha sottolineato Ivan Lo Bello presidente di Unioncamere, è un modo per gli stranieri di integrarsi all’interno del nostro sistema sociale ed economico;
- l’avvio di un’attività imprenditoriale rappresenta una soluzione non solo per favorire l’integrazione ma anche per creare nuovi posti di lavoro.