Rispondere al telefono mentre si scrive una email, guardare contemporaneamente televisione e schermo del PC sono tutte azioni che compiamo quotidianamente sia in ufficio che a casa. Il termine multitasking, usato da tempo per definire con ironia le capacità delle mamme lavoratrici di destreggiarsi contemporaneamente tra mille impegni, è entrato a far parte nella vita di tutti noi. Vediamo nello specifico di cosa si tratta.
In un recente articolo abbiamo suggerito come arginare il multitasting, mediante un semplice piano d’attacco in 7 passaggi.
Per i più restii, ecco anche i risultati di una serie di studi scientifici, che ci aiutano a sfatare il mito del multitasking!
Importanti ricerche, infatti, dimostrano che chi pratica quotidianamente il multitasking mette in serio pericolo la propria salute mentale e fisica.
Il multitasking non è salutare
Da una ricerca dell’Università di Stanford risulta che il cervello non è in grado di processare diverse attività nello stesso momento:
- in tempi così rapidi quest’organo non riesce infatti a distinguere le informazioni rilevanti da quelle irrilevanti;
- i passaggi rapidissimi da un’azione all’altra richiedono un notevole sforzo cognitivo: per questo, le prestazioni intellettive sono decisamente migliori se si compie un’azione alla volta.
Da uno studio dell’Università di Londra è emerso inoltre che il multitasking con il tempo riduce il quoziente intellettivo di circa 15 punti. Gli effetti di questa insana condotta sono paragonabili al consumo abituale di marijuana.
Il neuroscienziato Daniel J. Levitin, in un articolo pubblicato sul quotidiano “The Guardian”, afferma che il multitasking rende meno efficienti perché provoca l’esaurimento delle funzioni celebrali.
Uno studio dell’Università Sussex divulgato su “Forbes” sostiene che i danni prodotti da questa abitudine sono addirittura irreversibili.
Passare rapidamente da un compito all’altro infatti:
- fa bruciare al cervello maggiori livelli di glucosio ossigenato, indispensabile per mantenere la concentrazione che sarebbe richiesta dal compimento di una singola azione;
- sollecita la produzione del cortisolo (ormone dello stress) con successive ricadute sull’umore (ansia, nervosismo e aggressività);
- crea un sovraccarico decisionale, con il rischio di mettere sullo stesso piano scelte che richiederebbero valutazioni diverse per importanza;
- altera i meccanismi sonno/veglia, soprattutto se si pratica multitasking prima di andare a dormire;
- sovra stimola la materia grigia, che inizia così a produrre dopamina.
Questa sostanza regala un illusorio e momentaneo benessere che induce a compiere un gesto successivo per ottenere una nuova ricompensa. In sostanza si innesca un circolo vizioso azione/gratificazione, che è il medesimo prodotto dalle droghe.
Il segreto di una duratura salute mentale? Essere sempre consapevoli, disciplinati e presenti!