La nostra memoria può iniziare a perdere colpi quando invecchiamo, ma la faccenda è più complessa di quanto potremmo pensare. Il calo comincia molto presto, a volte poco dopo i 20 anni, è quindi perfettamente normale avvertirne gli effetti arrivati a 40 o 50 anni. Diverse ricerche confermano però che il calo fisiologico della memoria può essere arginato e che certe informazioni sono più difficili da dimenticare, anche in età avanzata. Prendendo spunto dagli studi condotti sui ricordi degli anziani sono stati individuati 3 meccanismi che la memoria mette in atto per restare vigile e allenata, vediamoli insieme!
1) Ricordiamo le informazioni essenziali
Le indagini sulla memoria si basano spesso su dati banali e astratti, gli esempi classici sono elenchi di parole o coppie di volti e nomi da associare. Ma come cambiano le nostre capacità mnemoniche confrontandoci con ciò che ha un impatto reale sulla nostra vita?
Hanno provato a scoprirlo alcuni ricercatori, sottoponendo a un campione di adulti un elenco di 20 oggetti da mettere in valigia per un viaggio (passaporto, spazzolino, crema solare, farmaci, costume da bagno ecc.). Le persone più avanti con l’età hanno memorizzato meno oggetti rispetto ai giovani, ma hanno selezionato gli oggetti ritenuti più importanti per la partenza, dunque quelli più costosi o quelli che – se lasciati a casa – avrebbero potuto compromettere la buona riuscita della vacanza. Come attestano altre ricerche simili, quando l’età avanza la nostra memoria diventa più selettiva: inizia a trascurare ciò che reputa secondario per fare spazio solo alle informazioni a cui dà più valore.
2) Ricordiamo le azioni programmate per il futuro
Tra le cose che dobbiamo ricordare ci sono sicuramente scadenze e azioni da compiere: bollette da pagare entro una certa data, medicinali da prendere, riunioni a cui presenziare, … La nostra capacità di richiamare alla mente attività già pianificate per il futuro è detta “memoria prospettica”, e tende generalmente a logorarsi quando si invecchia. Anche in questo caso, tuttavia, esistono eccezioni degne di nota. Gli esperimenti confermano infatti un declino della memoria prospettica tra i soggetti più anziani, registrando però prestazioni decisamente migliori quando sono chiamati ad agire nel mondo reale.
Cosa significa concretamente? Che la stessa persona può faticare a ricordare un compito astratto assegnato in laboratorio, ma ricorda perfettamente una richiesta concreta, come ad esempio quella di contattare telefonicamente qualcuno in un determinato giorno e a un orario preciso.
3) Ricordiamo ciò che ci intriga
Uno degli elementi che stimolano di più la memoria, soprattutto in età avanzata, è la curiosità. Alcuni ricercatori hanno mostrato dei quiz completi di risposta a soggetti di diverse fasce anagrafiche, invitandoli a indicare le informazioni che reputavano più interessanti. A distanza di tempo hanno convocato nuovamente quelle persone, chiedendo di ricordare quante più risposte. Le persone più anziane avevano memorizzato soprattutto le informazioni giudicate più intriganti, una corrispondenza molto meno evidente tra i giovani.
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