Tecnologie e lavoro: un argomento cruciale, con risvolti politici, economici e sociali di enorme portata. Quali influenze stanno avendo le tecnologie sul lavoro? Come cambieranno i rapporti fra macchine e uomini? Insomma: cosa sta succedendo su questo fronte nel nostro paese e all’estero?
Forti della nostra esperienza e attenzione verso le esigenze dei lavoratori e in particolar modo dei lavoratori dipendenti, forniremo alcuni dati interessanti sui mutamenti in atto, sui principali cambiamenti degli ultimi anni e sulle previsioni per il prossimo futuro, sia in Italia che nel resto dei paesi più avanzati.
Occupazione, disoccupazione e precariato
Come evidenziato nel nostro recente articolo Il mercato del lavoro 2.0 tra precari, NEET e gig workers, non è più tempo di suddividere la popolazione tra occupati e disoccupati. Fenomeni recenti come i gig workers o i NEET, acronimo di “not (engaged) in education, employment or training” (cioè non impegnato nell’educazione, nel lavoro o nella formazione) hanno determinato condizioni inedite di precariato e inattività anche in fasce di età differenti, come ad esempio gli over 50.
La rapida evoluzione delle tecnologie, in questo senso, è stata decisiva perché, a detta di molti esperti, ha escluso dal mercato del lavoro soggetti non qualificati. E le previsioni confermano questo trend: come rilevato ad esempio dall’OCSE in un recente studio, circa il 10% dei posti di lavoro sono ad alto rischio di automazione, mentre il 34% sarebbe soggetto a profondi cambiamenti delle mansioni.
Dall’economia classica alla sharing economy
Automobili, camper, abitazioni, oggetti personali, spazi di lavoro… oggigiorno la condivisione tocca qualunque aspetto delle nostre vite. Basti pensare che solo in Italia sono attive circa 250 piattaforme inquadrabili nelle dinamiche della cosiddetta “sharing economy”, gran parte delle quali per servizi collaborativi tra lavoratori oltre che fra privati.
La sharing economy può tradursi, letteralmente, con “economia della condivisione”: un nuovo modello economico che si basa su riuso, riutilizzo e/o condivisione di beni o servizi (vedi ad esempio BlaBlaCar o Aribnb).
Le nuove tecnologie digitali sono in questo caso il fondamento della transizione fra la vecchia economia e la sharing economy, assicurando opportunità lavorative inedite per chi ad esempio affitta la seconda casa tramite Airbnb o decide di usare la propria auto privata per diventare un autista di Uber.
Robot VS uomini: un dibattito aperto
Se su alcuni aspetti i dati che abbiamo in mano ci spiegano cosa sta succedendo, su altri il dibattito è ancora aperto. Così è per l’eterno confronto tra robot e uomini, rimasto per decenni sulla carta ma ora (molto) vicino a concretizzarsi. Mentre l’ONU ha calcolato che i robot sostituiranno il 66% delle professioni, non è dato sapere se questo cambio radicale sarà un bene o un male.
C’è chi dice che i dipendenti non saranno più costretti a fare lavori poco gratificanti, come gli operai nella catena di montaggio, e chi invece sostiene che l’impatto sarà tale da rompere ogni equilibrio. Di fatto è una storia ancora tutta da scrivere: si chiama industria 4.0 ed è appena cominciata!