Novità per i dipendenti pubblici nel 2025: arriva la possibilità di prolungare il servizio lavorativo fino al compimento dei 70 anni di età. Questa misura, reintrodotta dopo anni di regole più restrittive, mira a rispondere a esigenze specifiche all’interno della pubblica amministrazione.
Lavorare fino a 70 anni: perché prolungare il servizio?
Secondo i dati dell’Osservatorio Lavoratori Dipendenti e Indipendenti 2023 pubblicati dall’INPS, il mercato del lavoro italiano ha mostrato una crescita, con oltre 26,6 milioni di lavoratori attivi.
Un dato rilevante è che circa 737.496 lavoratori, pari al 2,8% del totale, sono pensionati che continuano a lavorare, dimostrando una tendenza sempre più diffusa tra chi sceglie di rimanere attivo oltre l’età pensionabile.
In quest’ottica si inserisce la nuova norma, che consente alle pubbliche amministrazioni di trattenere i dipendenti in servizio oltre l’età pensionabile (che è attualmente fissata a 67 anni) fino al limite massimo di 70 anni. Questa opportunità, però, è subordinata a determinate condizioni:
- la prosecuzione del rapporto di lavoro avviene solo previo consenso del dipendente;
- il trattenimento in servizio è concesso esclusivamente per l’affiancamento e il tutoraggio dei neoassunti, favorendo il passaggio di competenze, e per compiti specifici che non possono essere delegati o svolti da altri dipendenti;
- le amministrazioni possono utilizzare questa misura entro il limite del 10% delle assunzioni autorizzate.
Questa misura non si applica a tutti i settori pubblici. Sono esclusi, ad esempio, i magistrati e gli avvocati dello Stato, che hanno già limiti ordinamentali più alti.
Prolungare il servizio: le ragioni
La decisione di trattenere in servizio i dipendenti pubblici è stata motivata da diversi fattori, tra cui:
- il trasferimento di competenze, dal momento che molti settori della pubblica amministrazione affrontano un turnover significativo, i dipendenti più esperti possono essere fondamentali per formare e affiancare i nuovi assunti, garantendo continuità operativa;
- e i carichi di lavoro specifici: in alcuni ambiti, vi sono attività altamente specializzate che richiedono competenze difficili da sostituire immediatamente. Trattenere i lavoratori senior consente di colmare temporaneamente questi vuoti.
I vantaggi per i lavoratori
Rimanere in servizio più a lungo consente di accumulare ulteriori anni di contributi, aumentando così l’importo della futura pensione.
Per chi desidera proseguire la propria attività professionale, il trattenimento in servizio offre stabilità economica e professionale.
L’affiancamento dei nuovi assunti permette di ricoprire ruoli di responsabilità e di trasmettere il proprio sapere alle nuove generazioni di lavoratori pubblici.
Criticità e limiti
Nonostante i vantaggi, ci sono alcuni aspetti da considerare:
- la selettività, perché non tutti i dipendenti pubblici potranno beneficiare di questa misura, che è limitata a specifiche esigenze funzionali e quantitativi ridotti;
- il turnover rallentato, perché il prolungamento del servizio potrebbe ritardare l’ingresso di giovani lavoratori nella pubblica amministrazione.
In sintesi
Trattenere i dipendenti pubblici fino a 70 anni rappresenta un passo importante per garantire continuità operativa e valorizzare l’esperienza professionale.
Ma è fondamentale integrare questa misura con politiche mirate a favorire l’ingresso delle nuove generazioni nel settore pubblico, per evitare un rallentamento del ricambio generazionale.
In un contesto di invecchiamento della popolazione e di crescenti esigenze nei servizi pubblici, questa misura può contribuire a migliorare l’efficienza e la capacità di risposta della pubblica amministrazione, valorizzando al massimo il capitale umano esistente.
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