La pensione del futuro potrebbe essere legata non solo ai contributi ma anche a tipo di attività professionale svolta. È quanto emerge dai primi due incontri avvenuti tra governo e sindacati e che getta le basi per la nuova riforma delle pensioni. Ecco i dettagli!
Il governo promette una riforma delle pensioni già da quest’estate ma al momento sul tavolo ci sono soltanto ipotesi. Intanto, i lavoratori restano in attesa non potendo, in questo momento, pianificare con certezza eventuali uscite.
I temi principali della prossima riforma delle pensioni
Ad oggi, i nodi principali da sciogliere sul tema pensioni riguardano tre punti:
- l’uscita differenziata che, in base alla gravosità del lavoro, dovrebbe poter garantire un pensionamento entro un tempo ragionevole a chi fa un lavoro maggiormente usurante;
- le tipologie di carriere svolte, perché da quelle precarie e discontinue risulta difficile, in effetti, ricavare 40 e passa di anni di contributi;
- le retribuzioni, perché esistono differenze sostanziali tra contribuzioni eque e continuative e contribuzioni misere che a stento raggiungono i 20 anni di contribuzione.
Ecco allora che tra le proposte in fase di discussione ci sono la possibilità di usufruire di:
- un Bonus Figli, per le lavoratrici madri. Si tratta della proposta di garantire alle lavoratrici madri un anno di anticipo pensionistico per ogni figlio;
- l’integrazione al minimo per i giovani, ovvero la possibilità di vedere assicurato, a prescindere dai contributi versati, un trattamento pensionistico non inferiore a una certa soglia, che ad oggi è stata portata a circa 600 euro mensili;
- il riscatto della laurea agevolato, cioè la possibilità di prevedere il riscatto di anni effettivi di studio dopo la maggiore età, a prescindere dal conseguimento del titolo.
Il confronto tra governo e parti sociali è, però, ancora alle prime battute, per cui per una bozza definitiva di riforma pensionistica bisognerà attendere ancora.
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