Cambiano i requisiti per poter beneficiare di una pensione di reversibilità. Le ultime sentenze di tribunali e Corte costituzionale hanno allargato la platea degli aventi diritto anche a persone precedentemente escluse dal sostegno pensionistico. Ecco cosa c’è da sapere.
La pensione di reversibilità è un trattamento economico che viene riconosciuto dall’INPS ai familiari di un pensionato deceduto. Nello specifico, si tratta di un pagamento mensile di una quota della pensione che veniva percepita dalla persona defunta.
Cosa cambia e chi ne ha diritto
Se in un primo momento solo le mogli e i mariti vedovi potevano usufruire della pensione di reversibilità, nel tempo le riforme e le sentenze di tribunali e Corte costituzionale hanno esteso tale beneficio anche a persone prima escluse.
Ad oggi chi può avere diritto ad una pensione di reversibilità?
In quanto superstiti, ne hanno diritto:
- il coniuge del defunto;
- la persona che era legata a lui da un’unione civile;
- il coniuge separato, anche con addebito e non titolare di assegno alimentare;
- il coniuge divorziato, a condizione che sia titolare dell’assegno divorzile, che non sia passato a nuove nozze e che la data di inizio del rapporto assicurativo del defunto sia anteriore alla data della sentenza che pronuncia lo scioglimento o la cessazione degli effetti civili del matrimonio;
- in caso di convivenza di fatto solo quando il defunto ha lasciato un testamento e nominato il partner come erede.
La pensione di reversibilità spetta anche ai figli:
- minorenni;
- inabili al lavoro e a carico del genitore;
- maggiorenni studenti, a carico del genitore, che non prestino attività lavorativa, che frequentano scuole o corsi di formazione professionale equiparabili ai corsi scolastici, nei limiti del 21esimo anno di età;
- maggiorenni studenti, a carico del genitore, che non prestino attività lavorativa, che frequentano l’università, nei limiti della durata legale del corso di studi e non oltre il 26esimo anno di età.
Qualora non fossero in vita il partner o i figli, la pensione di reversibilità può andare ai genitori a carico over 65 privi di pensione e ai fratelli celibi e alle sorelle nubili a carico, inabili al lavoro e sprovvisti di assegno pensionistico.
Inoltre, la Corte Costituzionale, con la sentenza n. 88/2022 di inizio aprile, ha stabilito che la pensione di reversibilità dei nonni deve essere concessa non solo ai nipoti minorenni ma anche ai maggiorenni orfani dei genitori e inabili al lavoro.
Non possono beneficiare della pensione indiretta tutti quelli che usufruiscono di altri assegni pensionistici.
Richiedere un finanziamento con la reversibilità
Inoltre, per le persone che beneficiano di una pensione in reversibilità è possibile richiedere Prestiti in Convenzione INPS. Trattandosi di una forma di reddito fisso e continuativo, la pensione in reversibilità destinata ai superstiti di un pensionato deceduto è sempre finanziabile richiedendo un prestito con Cessione del Quinto.
Tali finanziamenti prevedono procedure semplificate con condizioni di favore rispetto a quelle di mercato, grazie ai tassi di interesse concordati direttamente con l’INPS.
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